Descrizione
L'eco di Camporeso, chiamato anche "Eco della Brianza", ha suscitato un enorme interesse nelle epoche passate, a tutti i livelli.
Ne abbiamo un primo cenno in "Notizie istoriche della Brianza" di Carlo Redaelli, Milano 1825, pagg. 119-120 :
"In un' altura poco lungi dalla stessa villa Custodi v'è un fabbricato, che dicesi il Castello: non già quel fabbricato, che non può dirsi antico e per uso di difesa, ma qualche avanzo di muro ed altro noi vedemmo all'interno, che giustificava la denominazione e mostrava d'esser già stato un luogo fortificato quasi a custodia della strada che quivi presso transitava. Procureremo anche in progresso di determinare per approssimazione l'epoca in cui siavi stato eretto un forte. Si è dal fabbricato che trovasi su di quella altura, che offresi un'eco singolarissima.
Se comincia a dire ella non puote Replica il tutto, nè il parlar confonde."
Cesare Cantù ne parlava nel 1835:
" Degno soprattutto di ricordanza in questa terra è un eco polisillabo, che, a chi grida stando sulla via, risponde, da una casa rimpetto, fin quindici e più sillabe.
In un placido mattino e freddo del passato ottobre (1835), io l'intesi più di ogni altra volta sonoro, e ne ottenni risposta dell'intero verso:
Et quoties ego te, toties locus ipse vocabat;
e pronunciandoli molto celermente anche dei due del Monti:
Bella Italia, amate sponde
Pur vi torno a riveder."
e successivamente in "Como e sua provincia" pag, 998 :
"Presso Galbiate è un Eco dè più mirabili, giacché risponde fin 14 sillabe. E deh quanta varietà di viva e di mori replicò! Quante sciocchezze!"
Ancora più significativa è la testimonianza costitutita dalle considerazioni del prof. Agostino Riboldi "Sulla teoria del portavoce". Di questa relazione, pubblicata negli Atti
della Società Italiana di Scienze Naturali, vol. XIV, fascicolo II, 1871, si riporta un passo particolarmente interessante:
"Tutti sanno che l'Eco di Galbiate è prodotto dalla riflessione del suono contro la casa rossa del pittore Ambrogio Riva. Ebbene esso diminuisce sensibilmente di forza quando si otturano le finestre del soppalco o si cambi la gronda di quella casa".
Secondo la tradizione locale, Alessandro Manzoni, che da piccolo era stato a balia nella cascina galbiatese che ora porta il suo nome, avrebbe dedicato a questa Eco i celebri versi: "Ripeti pace e abbondanza, Eco della mia Brianza"
Piero Gadda Conti in "La Brianza", Roma 1966, a pag.VII, scrive:
"In fatto di escursioni, da Galbiate, dove trascorsi quasi trenta autunni della mia vita, quella principale, classica, era la salita al Monte Barro, quando per andarci c'era solo una mulattiera. La più modesta era, invece, quella all'Eco della Brianza.
Questa famosa eco riesce (a recitarle un po' in fretta...) a rimandarti nitidamente 16 sillabe, e la tradizione vuole che Alessandro Manzoni (che fu a balia presso Galbiate, nella cascina detta ancor oggi "La Manzona") abbia composto a questo scopo il seguente distico:"Ripeti pace e abbondanza- eco della mia Brianza". Io consiglio, però, di accontentarvi di un endecasillabo, e di sceglierlo bene: questi due ottonari sono, infatti, così difettosi, che non li credo affatto del Manzoni.
Così scrive A.Bonfanti sul "Giornale di Lecco" il 18.4.83:
L'ing. L. Corti ha consultato, alla voce Eco, l'Enciclopedia "Conoscere, ieri oggi domani", vol II, Fabbri ed, 1976, pag. 427, ricavandone: e ha aggiunto, in data 9.10.1995:
"Pur da analfabeta della geo-fisica, ho capito tre cose, a proposito della nostra Eco:
1- Le correnti d'aria perpendicolari all'asse (partenza -arrivo delle onde sonore), se esistono, sono ininfluenti;
2- Determinante è invece l'estensione dell'asse (minimo 17 m.) misurato tra le due estremità partenza-arrivo delle onde sonore;
3- Molto influente, pure, l'ampiezza della superficie (altezza x larghezza) del corpo solido di ricezione (= facciata del palazzo Rusconi).
P.S.: conta molto anche il disboscamento e la potatura annuale della vagetazione lungo il corridoio, dal balconcino di via Camporeso al palazzo Rusconi".
Ne abbiamo un primo cenno in "Notizie istoriche della Brianza" di Carlo Redaelli, Milano 1825, pagg. 119-120 :
"In un' altura poco lungi dalla stessa villa Custodi v'è un fabbricato, che dicesi il Castello: non già quel fabbricato, che non può dirsi antico e per uso di difesa, ma qualche avanzo di muro ed altro noi vedemmo all'interno, che giustificava la denominazione e mostrava d'esser già stato un luogo fortificato quasi a custodia della strada che quivi presso transitava. Procureremo anche in progresso di determinare per approssimazione l'epoca in cui siavi stato eretto un forte. Si è dal fabbricato che trovasi su di quella altura, che offresi un'eco singolarissima.
Se comincia a dire ella non puote Replica il tutto, nè il parlar confonde."
Cesare Cantù ne parlava nel 1835:
" Degno soprattutto di ricordanza in questa terra è un eco polisillabo, che, a chi grida stando sulla via, risponde, da una casa rimpetto, fin quindici e più sillabe.
In un placido mattino e freddo del passato ottobre (1835), io l'intesi più di ogni altra volta sonoro, e ne ottenni risposta dell'intero verso:
Et quoties ego te, toties locus ipse vocabat;
e pronunciandoli molto celermente anche dei due del Monti:
Bella Italia, amate sponde
Pur vi torno a riveder."
e successivamente in "Como e sua provincia" pag, 998 :
"Presso Galbiate è un Eco dè più mirabili, giacché risponde fin 14 sillabe. E deh quanta varietà di viva e di mori replicò! Quante sciocchezze!"
Ancora più significativa è la testimonianza costitutita dalle considerazioni del prof. Agostino Riboldi "Sulla teoria del portavoce". Di questa relazione, pubblicata negli Atti
della Società Italiana di Scienze Naturali, vol. XIV, fascicolo II, 1871, si riporta un passo particolarmente interessante:
"Tutti sanno che l'Eco di Galbiate è prodotto dalla riflessione del suono contro la casa rossa del pittore Ambrogio Riva. Ebbene esso diminuisce sensibilmente di forza quando si otturano le finestre del soppalco o si cambi la gronda di quella casa".
Secondo la tradizione locale, Alessandro Manzoni, che da piccolo era stato a balia nella cascina galbiatese che ora porta il suo nome, avrebbe dedicato a questa Eco i celebri versi: "Ripeti pace e abbondanza, Eco della mia Brianza"
Piero Gadda Conti in "La Brianza", Roma 1966, a pag.VII, scrive:
"In fatto di escursioni, da Galbiate, dove trascorsi quasi trenta autunni della mia vita, quella principale, classica, era la salita al Monte Barro, quando per andarci c'era solo una mulattiera. La più modesta era, invece, quella all'Eco della Brianza.
Questa famosa eco riesce (a recitarle un po' in fretta...) a rimandarti nitidamente 16 sillabe, e la tradizione vuole che Alessandro Manzoni (che fu a balia presso Galbiate, nella cascina detta ancor oggi "La Manzona") abbia composto a questo scopo il seguente distico:"Ripeti pace e abbondanza- eco della mia Brianza". Io consiglio, però, di accontentarvi di un endecasillabo, e di sceglierlo bene: questi due ottonari sono, infatti, così difettosi, che non li credo affatto del Manzoni.
Così scrive A.Bonfanti sul "Giornale di Lecco" il 18.4.83:
L'ing. L. Corti ha consultato, alla voce Eco, l'Enciclopedia "Conoscere, ieri oggi domani", vol II, Fabbri ed, 1976, pag. 427, ricavandone: e ha aggiunto, in data 9.10.1995:
"Pur da analfabeta della geo-fisica, ho capito tre cose, a proposito della nostra Eco:
1- Le correnti d'aria perpendicolari all'asse (partenza -arrivo delle onde sonore), se esistono, sono ininfluenti;
2- Determinante è invece l'estensione dell'asse (minimo 17 m.) misurato tra le due estremità partenza-arrivo delle onde sonore;
3- Molto influente, pure, l'ampiezza della superficie (altezza x larghezza) del corpo solido di ricezione (= facciata del palazzo Rusconi).
P.S.: conta molto anche il disboscamento e la potatura annuale della vagetazione lungo il corridoio, dal balconcino di via Camporeso al palazzo Rusconi".
Modalità di accesso
Via Camporeso - Galbiate (LC) - accesso libero